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Vantaggi ambientali del fotovoltaico

La tecnologia fotovoltaica è davvero eccezionale! Per quanto si possa e voglia opinare è davvero difficile immaginare modalità di produzione di energia elettrica meno impattanti di questa. Vediamo perché.

L'energia fotovoltaica è rinnovabile e democratica

Il “combustibile solare” è infinito e completamente gratuito, al contrario delle fonti fossili che sono in progressivo esaurimento, inquinanti e sempre più costose. Il Silicio, re incontrastato ed incontrastabile della tecnologia fotovoltaica, non è un materiale raro presente in pochi paesi del mondo, ma addirittura l'elemento più abbondante della crosta terrestre, oltretutto infinitamente riciclabile!

La fonte solare è per sua natura democratica in quanto più o meno uniformemente distribuita in tutto il pianeta; anzi, spesso è maggiore nei paesi poveri ed in via di sviluppo. Non causa dunque destabilizzazioni a livello geo-politico e guerre imperialiste per l'accaparramento di risorse altrui. Lo sfruttamento dell'energia solare è libero, non intermediato e prescinde dall'instaurazione e dal mantenimento di rapporti commerciali o dalla stabilità delle relazioni internazionali.

L'energia fotovoltaica è ecosostenibile

Un impianto fotovoltaico produce energia elettrica dai raggi solari in modo pulito, sicuro, silenzioso e costante nel corso degli anni. Non fa rumore, non produce vibrazioni, radiazioni, scorie ed emissioni di qualsiasi tipo; non emana cattivi odori. Non consuma suolo e non necessita di risorse idriche in quanto basato su tecnologia “a secco”: l'interazione con gli ecosistemi è nulla.

Un impianto standard ha un EPBT (Energy Pay Back Time) di circa 9-18 mesi, ovvero produce in un solo anno o poco più, tutta l'energia (detta “grigia”) necessaria alla sua realizzazione, ma ha durata pluridecennale: il bilancio energetico è dunque fortemente positivo, con un EROEI (Energy Returned On Energy Invested) stimabile nel range 14-20.

L'energia fotovoltaica è versatile, modulare e scalabile

Un pannello può aver dimensioni di pochi centimetri quadrati e potenza di pochi Watt per alimentare calcolatrici tascabili, oppure può esser grande oltre 2 metri quadri e pesar quasi 30 kg con potenze di oltre 500 Watt. Allo stesso modo un sistema fotovoltaico, a seconda delle esigenze, può esser grande o piccolo a piacimento, connesso o meno alla rete, con o senza integrazione del sistema di accumulo. La tecnologia è estremamente versatile ed adattabile a qualsivoglia contesto. Un impianto fotovoltaico può alimentare lampioni stradali o baite di montagna isolate dalla rete (con batterie), oppure un sistema di irrigazione a goccia o pompaggio di acqua (isolato dalla rete ma senza batterie), oppure ancora può esser connesso alla rete elettrica pubblica (con o senza accumulo). Le potenze in gioco possono variare dal paio di kW soltanto per una piccola utenza domestica, alle centinaia di MW per alimentare interi paesi, con estensione a terra di svariate decine di km quadrati.

L'energia fotovoltaica non ha bisogno di aree dedicate

Il posizionamento d'elezione del fotovoltaico è dove c'è consumo, cioè sugli edifici in prossimità dell’utilizzazione, evitando tra l'altro anche le perdite dovute al trasporto e alle varie trasformazioni di tensione. Sfrutta aree che altrimenti rimarrebbero inutilizzate come ad esempio tetti, pensiline, lastrici solari, facciate di edifici, aree compromesse adattandosi alla perfezione alla costruzione o alla morfologia di terreno. L’eventuale occupazione di territorio per impianti di media-grande taglia (idealmente in aree degradate e non riutilizzabili, mai in quelle di interesse paesaggistico o agricolo) è temporanea ed assolutamente reversibile. Non ha un impatto visivo negativo e non deturpa l’ambiente: i moduli FV si prestano molto bene per l’integrazione architettonica e per valorizzare l’estetica di case, edifici ed altri elementi di arredo urbano trasmettendo un’immagine positiva, legata alla cura per l’ambiente e allo sviluppo sostenibile ad alto contenuto tecnologico.

L'energia fotovoltaica favorisce la generazione distribuita

Sebbene il fotovoltaico sia ben utilizzabile anche nel modello standard di generazione centralizzata dell'energia, questa tecnologia in realtà favorisce e stimola come nessun'altra il cambio di paradigma energetico e la transizione verso una generazione distribuita, in cui ogni singolo cittadino diventa autoproduttore. Non più poche, enormi ed inquinanti centrali lontano dai luoghi di consumo, ma più centrali pulite diffuse sul territorio a creare un sistema energetico “interconnesso”. La rete è più stabile, il cittadino si responsabilizza guadagnando e risparmiando, e si favoriscono modelli diversi e più sostenibili di produzione e consumo.

Il “capitalismo fossile” in mano a pochi eletti viene marxianamente abbattuto in favore di un “socialismo solare”. Perché il sole è di tutti.

Il fotovoltaico ha lunga durata ed affidabilità con manutenzione nulla

Un impianto fotovoltaico ha una durata pluridecennale senza cali apprezzabili di potenza. Nonostante i produttori di pannelli forniscano (per cautelarsi) garanzie di cali di produzione elettrica non superiori al 15% dopo 25 anni, in realtà il silicio cristallino decade poco o nulla: diversi impianti fotovoltaici pilota (come ad esempio il TISO-10 nel Canton Ticino) costruiti negli anni '70-'80, dunque con tecnologie oggi obsolete, mostrano dopo 40 anni di utilizzo decadimenti complessivi inferiori all'8%.

Un impianto fotovoltaico inoltre, se ben costruito, è praticamente esente da manutenzione. Va messo in conto il cambio dell'inverter e degli scaricatori ogni 10-15 anni e null'altro. Nemmeno la pulizia annuale dei pannelli è indispensabile se questi hanno inclinazione superiore ai 15°, a causa dell'azione autopulente di vento e pioggia. In sostanza, si realizza l'impianto fotovoltaico e lo si scorda per sempre.

L'energia fotovoltaica crea occupazione

Il fotovoltaico genera lavoro. E non lavoro qualsiasi, parola spesso utilizzata a sproposito per giustificare le peggiori nefandezze (come costruzione di ecomostri, grandi opere inutili e costose, proliferazione di centri commerciali etc...), ma lavoro etico ed altamente specializzato, soprattutto giovanile, stimolando al contempo l'innovazione e la ricerca scientifica (quella vera, non quella firmata Pfizer e company, in enorme conflitto d'interesse).

Il fotovoltaico in poche parole è una formidabile opportunità di sviluppo sostenibile per l'Italia, il paese del sole baciato dal sole!

Non esiste alcun problema di smaltimento dei pannelli!

La tecnologia fotovoltaica è perfettamente coerente con il concetto di economia “circolare”, un modello di produzione e consumo maggiormente rispettoso dell'uomo e della natura che estende al massimo il ciclo di vita dei prodotti, puntando non sullo schema “estrai, produci, utilizza e getta” (proprio dell'economia lineare capitalista), ma sulla condivisione, sul prestito, riutilizzo, riparazione e riciclo dei materiali, riducendo i rifiuti al minimo e generando ulteriore valore.

Nonostante il pensiero comune, i pannelli fotovoltaici non presentano alcun problema di riciclo dal momento che essi sono costruiti esclusivamente con materiali comuni perfettamente ed infinitamente riciclabili (plastica, vetro, alluminio, rame e silicio). Già oggi esistono fabbriche per la conversione di vecchi pannelli in moduli di nuova generazione (ad esempio la JA Solar). La dismissione, il ritiro e lo smaltimento per legge sono a carico del produttore mediante adesione al consorzio PV Cycle.

I costi sono in costante diminuzione

L'energia solare mostra da svariati anni un trend totalmente antitetico rispetto alle fonti non rinnovabili. Nel primo caso, infatti i costi della tecnologia sono in continuo e costante calo con efficienze ed affidabilità in continuo aumento, mentre nell'altro accade l'esatto contrario.

Nel 2009 il prezzo di acquisto all'ingrosso di pannelli fotovoltaici di primaria marca era superiore a 3500 euro al KW: l'installazione di impianti necessitava pertanto di meccanismi d'incentivazione come ad esempio il famoso “conto energia”. Nel 2023 il prezzo dei moduli si è stabilizzato sui 350 euro al KW: praticamente un fattore 10 in meno di 15 anni!

Oggi il fotovoltaico ha raggiunto abbondantemente la “market parity”: in diverse parti del mondo è possibile produrre energia pulita ad un costo più competitivo rispetto alle fonti convenzionali come gas, carbone, petrolio e nucleare. E tutto ciò senza considerare neppure le esternalità di queste ultime (dette anche “costi esterni”).

I “costi esterni” sono nulli!

Ogni tecnologia energetica genera dei danni alla società più o meno grandi, dunque dei costi: le esternalità delle fonti energetiche sono per l'appunto gli extra-costi che il produttore non sostiene (come dovrebbe!) ma scarica ingiustamente sulla collettività: ad esempio le spese sanitarie dovute a tumori e malattie respiratorie, lo sfruttamento minorile per l'estrazione delle materie prime, le guerre e le crisi internazionali, i disastri ambientali, la costruzione e lo smantellamento delle centrali, la gestione ed il deposito delle scorie, l'occupazione di suolo pubblico etc...

Come è intuibile, le esternalità delle fonti energetiche rinnovabili sono bassissime, mentre quelle delle fonti convenzionali, pesantemente negative. Ed in modo incredibile, questi extra-costi non vengono mai conteggiati nei business plan energetici: se fossero inclusi nel calcolo, tecnologie pericolosissime e costosissime come quella nucleare, non verrebbero più nemmeno nominate.

Un punto debole però c'è...

Purtroppo la fonte solare, anche se altamente predicibile, non è programmabile: non possiamo accendere e spegnere il sole a piacimento, né modularne la potenza a seconda delle necessità.

La produzione energetica è limitata alle ore di luce ed è massima nelle ore diurne centrali della giornata ad alto irraggiamento, ovvero nel momento di maggior bisogno (soprattutto d’estate): se questo da un lato permette di sgravare la rete elettrica nazionale dai sovraccarichi riducendo la domanda alla rete e livellando i picchi giornalieri di carico, dall'altro genera mancanza di contestualità tra produzione energetica e consumo serale o notturno.

Questo inconveniente in ogni caso è risolvibile mediante l'utilizzo di opportuni sistemi d'accumulo (chimico, termico, meccanico, pompaggi idroelettrici etc...) e mediante integrazione con altre fonti rinnovabili complementari (ad esempio l'eolico).