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Le magiche 4 domande

Come funziona un impianto fotovoltaico?

Un impianto fotovoltaico tipicamente viene allacciato in parallelo al contatore dell’utenza, che dunque avrà a disposizione istantaneamente la potenza fissa di rete e quella variabile del solare. Il proprietario non si accorgerà assolutamente di nulla perché il funzionamento del sistema è automatico: l'inverter si accende da solo la mattina cominciando ad esportare potenza elettrica e si spegne la notte.

I flussi energetici sono molto semplici da capire. Quando il fotovoltaico produce e c'è consumo, l'utenza preleva prioritariamente energia solare dal proprio impianto. Nel caso questa non fosse sufficiente, preleverà l'extra necessario dalla rete. Se invece c'è produzione elettrica solare ma non consumo (ad esempio di giorno quando l'utenza è fuori casa), l'energia viene immessa in rete, contabilizzata e retribuita su conto corrente, oppure va a ricaricare il sistema d'accumulo (se presente e scarico).

Conviene installare un sistema d'accumulo?

La convenienza dell'accumulo dipenderà esclusivamente dal suo prezzo di acquisto (attualmente circa un migliaio di euro al KWh), dalla durata garantita del sistema e soprattutto dal differenziale di prezzo tra l'energia acquistata (prelevata dalla rete) e quella immessa (retribuita in “Scambio sul Posto” SSP o con “Ritiro Dedicato” RID).

Dal momento che il prezzo dell'energia acquistata è sempre maggiore della remunerazione di quella immessa in rete, converrà aumentare l'autoconsumo il più possibile cambiando in primis alcune abitudini radicate: si possono ad esempio spostare le utenze energivore nelle ore centrali della giornata, installare pompe di calore e piastre ad induzione, ricaricare auto elettriche etc...

La quota di energia prodotta ed autoconsumata si può aumentare anche installando un sistema di accumulo: una scelta a volte intelligente, come ad esempio nel caso di utenza domestica con alti consumi molto spostati nelle fasce F2 ed F3, in assenza di SSP ed in presenza di RID.

Gli accumulatori di energia invece, conti alla mano, non converranno quasi mai nel caso di utenze artigianali e commerciali (che lavorano e consumano di giorno quando c'è produzione solare), stagionali (che lavorano molto ma pochi mesi all'anno) e domestiche con bassissimi consumi (inferiori ai 2500-3000 KWh annui).

In caso di incertezza (ad esempio utenza domestica con consumi medio-bassi), spesso la scelta più intelligente è quella di installare un impianto fotovoltaico senza batterie ma con inverter ibrido (poco più costoso rispetto ad uno standard), dunque già predisposto per una loro eventuale installazione futura.

In ogni caso la decisione è piuttosto delicata e richiederà a monte una rigorosa analisi tecnico economica fatta da persone competenti ed oneste. Noi di SOL lo siamo!

Quanto costa un impianto fotovoltaico?

Oggi il prezzo di un impianto fotovoltaico è diventato accessibile a (quasi) tutti e si ripaga rapidamente in pochissimo tempo.

E' però molto difficile rispondere alla domanda di cui sopra fornendo numeri ben precisi: come facilmente intuibile infatti, ogni luogo di installazione è diverso dall'altro, la qualità dei materiali offerti nel mercato è molto variabile cosiccome la competenza e la meticolosità nel lavoro della ditta installatrice. Impianti di stessa taglia possono dunque aver costi anche molto diversi.

Possiamo però fornire una tabella orientativa molto grossolana con un range di valori possibili per impianti senza accumulo ed installazione standard. In presenza di batterie, occorrerà sommare 1000 euro addizionali circa per ogni KWh di accumulo energetico.

Potenza di picco (KW) Range di prezzo d'acquisto (EUR)
3 KW 7.000 – 10.000
6 KW 10.000 – 13.000
10 KW 14.000 – 18.000
20 KW 25.000 – 32.000

E' bene sapere in ogni caso che il prezzo d'acquisto di un impianto fotovoltaico comprende sempre 4 voci distinte:

Il costo dei materiali

Non ci sono solo i pannelli fotovoltaici come pensano la maggior parte delle persone, ma molto altro! Ad esempio l'inverter, le strutture di sostegno (dal costo molto variabile a seconda dell'applicazione, su tetto a falda, lamiera grecata, lastrico solare, a terra, pensilina etc...), le linee elettriche e le tubazioni, i quadri ed i relativi raccordi, i dispositivi di manovra, sezionamento e protezione, la bulloneria, i morsetti di fissaggio, materiale elettrico e meccanico di consumo necessario all'installazione etc... E poi ci sono le spese di trasporto e trasferimento in quota.

Una stima dei costi dei soli materiali (di ottima qualità) per impianti di medio-piccola taglia può esser data da 1000 euro per ogni kW fotovoltaico e 800-1000 euro per un KWh di accumulo (se presente).

Costo di manodopera ed istallazione

Anche qui, dipenderà da molti fattori, principalmente dalla qualità e cura dei dettagli dell'impresa, dalla difficoltà del sito, dal tempo necessario e dal numero di persone dedicate. In generale un paio di settimane di lavoro e due persone sono sufficienti per installare bene un piccolo impianto monofase sotto i 6 kW.

Costi di lavoro intellettuale

La costruzione di un impianto fotovoltaico richiede notevoli competenze tecnico-progettuali, normative ed economico-finanziarie. Non tutti sanno affrontare un business plan attualizzato e spiegarlo con semplicità e chiarezza; non tutti sanno (e soprattutto possono legalmente) progettare un impianto fotovoltaico curando l'aspetto energetico, elettrico, impiantistico e meccanico-strutturale effettuando magari anche uno studio analitico e computazionale delle ombre.

Un progetto non potrà mai costar poco perché implica assunzione di responsabilità civile e penale. Oltreché tanto studio a monte ed aggiornamento costante.

A questo si aggiungono le complesse e lunghe pratiche burocratiche con ENEL, TERNA, GSE e comune di residenza per la connessione alla rete, tipicamente affrontate dallo stesso progettista.

I costi professionali ed intellettuali costituiscono pertanto una voce di spesa assolutamente non trascurabile di qualsiasi impianto a fonte rinnovabile.

Guadagno dell'impresa

L'ultima voce di costo (se non sono presenti procacciatori d'affari con le loro inevitabili provvigioni), è ovviamente il giusto, onesto e meritato guadagno della ditta installatrice che per poter rilasciare DI.CO. ai sensi della 37/08, deve esser ditta artigiana abilitata e con tutti i requisiti di legge, la quale come ben noto ha sempre svariati costi fissi e variabili (personale, mezzi da lavoro, uffici, tasse, contributi e burocrazia etc...).

Quanto rende un impianto fotovoltaico?

Oggi, al contrario di quanto accadeva in passato, non è semplice stimare e simulare la convenienza economica di un impianto a fonte rinnovabile: infatti un eventuale business plan non può basarsi in nessun modo sui prezzi attuali del KWh, ma semmai su previsioni future, difficili da fare su un'orizzonte temporale più che ventennale perché i prezzi dell'energia (di vendita ed acquisto) e dei materiali, nonché i valori dell'inflazione e dei tassi d'interesse bancari, stanno variando molto rapidamente.

In ogni caso comunque, considerando le 3 voci di ricavo (autoconsumo, immissione in rete e benefici fiscali), solitamente si rientra dall'investimento in un numero di anni compreso tra 4 (se i consumi sono alti e la taglia dell'impianto è maggiore con costo specifico al KW minore) ed 8 (se i consumi sono bassi e la taglia dell'impianto è piccola con costo specifico al KW maggiore).

Dopo questo tempo è tutto guadagno netto con costi di manutenzione praticamente nulli e rendite quasi sempre in doppia cifra. Quale investimento bancario oggi è in grado di garantire il 10-20% di interessi?